Innovazione tecnologica vs intermediari assicurativi: chi vince?

Il panorama assicurativo italiano sta subendo cambiamenti sempre più veloci, determinati da diversi fattori, tra i quali i mutamenti legislativi (es. tariffa unica per rca, apertura del mercato a competitor esteri) e l’evoluzione tecnologica.  Quest’ultima, in particolare, viene vista come minaccia dai più “tradizionali” intermediari assicurativi. Il loro timore è che il canale on-line possa essere il “meteorite” che li porterà all’estinzione.

Ma è realmente futuribile uno scenario in cui i clienti acquisteranno tutte le proprie coperture assicurative on-line, senza più intermediazione diretta di un professionista del settore?

Rispondere positivamente a questa domanda significherebbe prevedere che i clienti, un domani, sviluppino una cultura assicurativa sinceramente impensabile: dovrebbero saper stimare i rischi che corrono in base ai vari fattori che li determinano (stili di vita, attività professionali, …) e dovrebbero saper districarsi con disinvoltura all’interno della miriade di coperture assicurative, valutandone pro e contro e, in definitiva, adeguatezza rispetto alla propria propensione al rischio. Quanti di noi, non addetti ai lavori del settore assicurativo, si possono ritenere sinceramente interessati e pronti ad investire il proprio tempo per crearsi quel patrimonio di conoscenze indispensabile per agire come appena descritto? E chi lo volesse fare, con quali mezzi potrebbe riuscirci? Con informazioni raccolte on-line, spesso infondate o opportunamente manipolate?

Appare ben più probabile ed auspicabile che gli intermediari assicurativi ripensino il proprio modello di business. Si devono, innanzitutto, interrogare su quali siano i fattori di successo su cui puntare in futuro, data anche la concorrenza espressa dal canale on-line. Focalizzarsi sulla convenienza o sul servizio (consulenza, velocità di risposta, flessibilità, …)? Realizzare il proprio core business tramite polizze rca (percepite come “tassa” causa obbligo per legge) o tramite polizze r.e./vita (più complesse da vendere ma veicolo per accreditarsi come consulente)? Sono solo alcune delle domande utili che l’intermediario dovrebbe porsi.

Il ripensamento del proprio business model comporterà, di conseguenza, un ripensamento a livello di conoscenze, processi, routine lavorative e strumenti da implementare, magari avvalendosi proprio delle nuove tecnologie per riuscirvici più facilmente.

Si potrà così parlare di un bel case hisory in cui una minaccia è stata trasformata in opportunità.

Carlo Scaldarella

 

 

 

 

 

 

 

 


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