Formazione 3.0: quale il modello vincente…
Sempre più oggi abbiamo bisogno di trovare un equilibrio tra la necessità di crescere professionalmente (e personalmente) e quella di trovare gli spazi temporali in cui inserire questa attività affinché possa essere vissuta con la massima serenità e quindi con la mente ricettiva e aperta a questo processo di crescita.
Questo elemento deve, inoltre, fare i conti con le modalità di apprendimento degli adulti, del tutto diverse rispetto a quelle tipiche dell’alunno in età scolare; infatti non solo l’adulto è autonomo e attivo nel selezionare, elaborare e memorizzare le informazioni ritenute in linea con i propri interessi e bisogni di apprendimento (non considerando –conseguentemente- quelle che non gli interessano), ma soprattutto deve accostarsi al percorso di crescita (e quindi apprendimento) con il corretto stato motivazionale, ovvero deve fortemente credere nell’utilità di quanto sta facendo, deve vedere l’investimento sul proprio futuro professionale, indipendentemente dall’obiettivo che si pone (apertura di visione, apprendimento di concetti, produzione di strumenti…etc..).
E’ per questo motivo che il processo decisionale di un adulto, rispetto alla scelta del percorso formativo, è spesso molto lungo, richiede molte energie per valutare se le proposte educative rispondono ai propri interessi.
Partendo quindi dall’assunto che la formazione risulta essere un processo globale che interessa l’individuo e lo porta, grazie alla sua consapevolezza e motivazione, allo sviluppo completo delle proprie potenzialità e delle risorse individuali, è utile ragionare su nuovi format e metodologie didattiche che DEVONO corrispondere a certe caratteristiche, ovvero essere:
– Modulari: “costruite” da chi gode della formazione, devono avere la possibilità di creare un vestito fatto su misura, il mentore deve fornire un ventaglio di possibilità, sarà chi gode della formazione a costruire il suo percorso, incastrando i moduli che maggiormente gli si addicono;
– Keep in touch: con modalità multimediali che limitino l’impatto fisico e la necessità della compresenza, rafforzino il principio secondo il cui l’adulto in grado di apprendere è l’adulto che in quel momento ha la mente sgombra, quindi aperta ad apprendere;
– Finalizzate: di breve-media durata, l’assenza prolungata dal luogo di lavoro non è contemplata dal lavoratore contemporaneo; l’esperienzialità nella didattica deve essere il punto focale;
– Appaganti: devono certo offrire contenuto e metodo, ma devono gratificare il partecipante con la sensazione di piacere legato all’apprendimento;
– Illuminanti: offrire a chi partecipa un punto di vista mai considerato, un dettaglio mai osservato, un contenuto a lui sconosciuto.
Questi i fondamenti di un modello di formazione vincente, queste le premesse perché il percorso diventi produttivo ed efficace, premesse che toccano le corde più latenti dell’apprendimento adulto e permettono di dar vita a percorsi appaganti e innovativi.
La Formazione 3.0 è adatta non solo alle grandi aziende, ma anche e soprattutto alle piccole in quanto permette di ottimizzare i tempi mantenendo alta la qualità.
Quindi, quando sentirete parlare di Business Coaching in Pillole, pensate alla sinergia tra la Consulenza Individuale e la Formazione 3.0, dove il risultato è un percorso studiato e costruito ad hoc con il partecipante: formula che Nomesis ha testato sulle sue aziende riscuotendo notevole successo ed entusiasmo in chi l’ha vissuto.
Hai un commento da fare?